Mense Scolastiche: spunti di miglioramento

In occasione della giornata mondiale dell’alimentazione, Banca della vita ritiene doveroso intervenire circa la questione delle mense scolastiche.
Riconosciamo apprezzabile l’impegno svolto dalla Centrale acquisti dello Stato che ha reso chiari e palesi i criteri che hanno portato alla selezione degli approvvigionamenti.

Riteniamo tuttavia che l’argomento cibo non sia equiparabile ad altri prodotti il cui approvvigionamento possa semplicemente seguire criteri di corrispondenza alle legge cogenti e di risparmio.
Il cibo nelle scuole dovrebbe rientrare in un progetto di educazione che permetta di sviluppare comportamenti alimentari corretti e indurre scelte consapevoli, a partire dalla selezione delle materie prime.
Alimenti locali e stagionali, prodotti in maniera sostenibile e corrisposti ad un prezzo equo e solidale, che rivelino il valore del lavoro dei produttori, recano l’insegnamento di comportamenti virtuosi che vanno oltre il gusto e la salubrità. Consentono di riconoscere la filiera, la provenienza e l’impegno dedicato alla loro produzione, di delineare l’ importanza della tutela ambientale, poichè prodotti in maniera agro-ecologica e poichè dotati di un impatto inferiore.

Ancora la presenza sulle tavole di alimenti gustosi consente di ridurne lo spreco, che in qualche caso sappiamo essere imponente, anche se non ci sono dati precisi.
Sappiamo poi che il costo delle materie prime incide in misura intorno al 30% rispetto al costo totale del pasto, ci chiediamo quindi se risparmiare su queste sia la scelta giusta, cioè se avere del cibo che poco racconta di sé, poco insegna, e poco piace sia davvero economico o se si possa agire attraverso altre vie in maniera anche più efficace.

Anni fa furono approvate due Istanze d’Arengo riferite alle mense scolastiche rimaste tutt’ora inapplicate: la prima circa l’opportunità di somministrare a scuola preferenzialmente alimenti di filiera breve, biologici ed equosolidali (che in diverse regioni Italiane è già legge) e la seconda di eliminare le bottiglie di plastica e privilegiare acque di rete opportunamente filtrate. Torniamo a richiedere che le istanze siano applicate visto, ad esempio, che per le sole acque minerali sono stati spesi quest’anno oltre 41.000 euro.

Siamo consapevoli che la trasparenza delle scelte, la conoscenza delle procedure, la chiarezza nella definizione dei costi che portano alla formulazione del prezzo finale, ma anche la valutazione della soddisfazione degli utenti (i nostri bambini) e l’incidenza precisa e documentata degli scarti, il loro costo anche in termini di smaltimento di rifiuti, la definizione dei progetti che accompagnano il pasto e lo inseriscono nel disegno dell’educazione alimentare, costituiscano altresì elementi la cui conoscenza sia fondamentale per valutare l’effettiva e reale efficienza del servizio, funzionale a tutti gli aspetti su esposti.
Inoltreremo a breve alla Segreteria competente domande più precise, e ci proponiamo quali possibili interlocutori per raggiungere sostenibilità e soddisfazione di bambini, famiglie, produttori ed enti pubblici.