Banca della Vita: servizio TV sulla serata pubblica

 

VIDEO: guarda il servizio di RTV sulla presentazione pubblica della Banca della Vita (25 giugno 2014

Un progetto pilota per realizzare sul territorio sammarinese – inizialmente su un terreno di due/tre ettari – una realtà indipendente, apolitica e senza scopo di lucro che difenda la biodiversità attraverso la coltivazione, tutela, commercializzazione delle sementi, dei frutti antichi ed autoctoni.

Il progetto Banca della Vita punta a far diventare la Repubblica di San Marino la terra della biodiversità e del biologico, oltre a dare impulso a un nuovo modello di economia grazie anche a tutte le attività di contorno al progetto principale (sanità, formazione, ricerca, turismo, nuove professionalità ecc.). Come? Valorizzando le specificità di San Marino che consente contemporaneamente un approccio locale e sovrano, altrove impossibile, nonché l’opportunità di dotarsi, in tempi brevi, di normative all’avanguardia sul tema delle sementi e dell’agricoltura.

E’ per questo motivo che i lavori per la costituzione della Banca della Vita , che si sono tenuti nella giornata del 25 giugno a Casa Fabrica messa a disposizione dal Consorzio terra di San Marino, sono stati portati avanti insieme ai rappresentanti di organizzazioni riconosciute a livello italiano e internazionale: Cinzia Scaffidi di Slowfood, Maria Grazia Mammuccini e Giannozzo Pucci di Navdanya International, Maurizio Pallante e Pier Paolo Dal Monte del Movimento Decrescita Felice, Giovanni Leoni dell’Agrivillaggio, Franco Trinca di NOGM, Pietro Perrino dell’Istituto del Germoplasma di Bari, Alberto Olivucci di Civiltà Contadina,   Bruno Sebastianelli della Cooperativa La Terra e il Cielo, Michele Monetta di UPbio, Federico Marchini di Anabio, Loris Asoli di REES Marche.

Fondamentale l’incontro con le istituzioni: Segreterie al Territorio, alla Cultura e all’Industria, che hanno condiviso la valenza progetto.

Grazie al contributo e all’esperienza di tutte queste persone sono stati individuati i principi cardine su cui impostare lo statuto della Banca della Vita e i progetti di legge che sarà necessario elaborare per rendere San Marino un modello da imitare, territorio OGMfree e in cui sarà vietata la brevettabilità di qualunque forma di vita (che è proprio quello che fanno le multinazionali: brevettano le sementi rendendole OGM, ne diventano le uniche proprietario e vietano l’utilizzo di tutte le altre sementi) e in cui si ribadisce l’assoluta libertà dei coltivatori di scambiarsi le sementi.

Alla serata pubblica a Murata si sono manifestate dal pubblico molte disponibilità a collaborare al progetto, sia da parte sammarinese sia da parte di realtà del circondario. Volontà di collaborazione sottolineata anche dalle istituzioni riminesi a cui abbiamo presentato il progetto nei giorni scorsi: gli Assessori di Rimini Irina Imola (Politiche comunitarie) e Sara Visintin (Ambiente, Politiche per lo sviluppo sostenibile).

Banca della Vita è un progetto che nasce all’interno del movimento RETE e al quale i Consiglieri e i membri di Commissionidestinano il 40% dei loro gettoni di presenza, accumulati negli ultimi anni in un piccolo fondo. Ma è un progetto che il nostro movimento intende regalare a San Marino senza voler apporre etichette politiche di sorta; un progetto che dovrà camminare con le proprie gambe e che sarà a beneficio dell’intera comunità.

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Slowfood, Mov. Decrescita Felice, Navdanya (e tanti altri!) a San Marino per Banca della Vita

 

 

Perché le sementi? Perché sono la base del cibo e tutelarle significa anche difendere la sovranità alimentare. L’idea è quella di realizzare sul territorio sammarinese – inizialmente su un terreno di due/tre ettari – una realtà indipendente, apolitica e senza scopo di lucro che difenda la biodiversità attraverso la coltivazione, tutela, commercializzazione delle sementi, dei frutti antichi ed autoctoni. Questo progetto è realizzabile grazie all’autonomia della Repubblica di San Marino rispetto alle normative europee che impongono agli agricoltori la coltivazione delle sole sementi registrate (con il relativo “libretto di istruzioni” che indica quale fertilizzante/pesticida abbinare) e che impediscono di fatto ai contadini di scambiarsi liberamente le sementi. Impedire lo scambio libero delle sementi significa ostacolare un’attività che gli esseri umani portano avanti da millenni, da quando esiste l’agricoltura e che ha permesso di preservare la biodiversità e la qualità dei cibi. Biodiversità e qualità che stanno progressivamente scomparendo a vantaggio delle multinazionali che, di fatto, obbligano gli agricoltori a produrre cibo standardizzato, uguale in tutto il mondo. In Italia, ad esempio, sono a rischio oltre 500 specie di piante alimentari; in Messico, culla del mais, si è perso l’80% delle varietà tradizionali. Molti agricoltori sono andati in rovina a causa dei debiti per pagare i diritti d’autore alle multinazionali, che si sono ingiustamente impossessate dei semi selezionati dal lavoro millenario di contadine e contadini, dimostrando una progressiva tendenza al controllo totale sull’approvvigionamento dei semi e quindi sul cibo. La perdita di biodiversità colturale porta, e ha già portato in passato, a forti carestie e problemi per la salute delle colture che, non differenziandosi più a livello genetico, possono ammalarsi gravemente distruggendo interi raccolti. Da qui l’importanza delle banche delle sementi per preservare le varietà di semi: luoghi che restituiscono agli agricoltori la libertà di scambiarsi le sementi e preservare un patrimonio che è anche storico e culturale oltre che alimentare. Il progetto Banca della Vita punta quindi a far diventare la Repubblica di San Marino la terra della biodiversità, oltre a dare impulso a un nuovo modello di economia grazie anche a tutte le attività di contorno al progetto principale (formazione, ricerca, turismo, nuove professionalità ecc.).

E’ un progetto che nasce all’interno del movimento RETE e al quale i Consiglieri e i membri di Commissioni destinano il 40% dei loro gettoni di presenza, accumulati negli ultimi anni in un piccolo fondo. Ma è un progetto che il nostro movimento intende regalare a San Marino senza voler apporre etichette politiche di sorta; un progetto che dovrà camminare con le proprie gambe e che sarà a beneficio dell’intera comunità. E’ anche per questo motivo che i lavori per la costituzione del Consiglio di amministrazione e per la stesura dello Statuto di Banca della Vita (che si terranno nella giornata di mercoledì 25 giugno, a porte chiuse) saranno portati avanti da membri di organizzazioni riconosciute a livello italiano e internazionale (Slowfood, Navdanya, Movimento Decrescita Felice ecc). A garanzia di un lavoro di qualità, di obiettivi condivisi, a lungo termine e in grado di assicurare alla Banca della Vita di San Marino una risonanza di livello internazionale.

Allo stesso tempo, Banca della Vita parte dalle specificità del nostro territorio. Non a caso sono presenti l’associazione Civiltà Contadina, Rees Marche e altre realtà del circondario. E non a caso il progetto è stato presentato anche gli Assessori di Rimini Irina Imola (Politiche comunitarie) e Sara Visintin (Ambiente, Politiche per lo sviluppo sostenibile) che hanno manifestato la loro piena disponibilità a collaborare. Per concludere, le istituzioni sammarinesi che abbiamo cercato di coinvolgere: le Segreterie di Stato per gli Affari Esteri, per l’Industria, per le Finanze, per il Turismo, per la Cultura, e naturalmente Segreteria per il Territorio e UGRAA. Un ringraziamento particolare al Consorzio Terra di San Marino, che ha colto pienamente lo spirito dell’iniziativa e manifestato sin da subito entusiasmo, sensibilità e voglia di contribuire concretamente alla realizzazione della Banca della Vita.

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